Di Avv. Prof. Stefano Loconte
Ci permettiamo, sommessamente, di suggerire al governo un cambio di approccio nella gestione della normativa per far fronte alla crisi economica conseguente alla pandemia.
Qualsiasi imprenditore decida di avviare un piano di investimenti, normalmente, prima lo prepara e poi verifica con le fonti di finanziamento interne (capitali a disposizione) o esterne (sistema bancario), se quel piano sia finanziabile o meno. Stesso approccio viene tenuto da chiunque decida di fare un qualsiasi tipo di acquisto.
Ebbene, le nostre Istituzioni sembrano muoversi in maniera completamente opposta rispetto a quello che per ognuno di noi sarebbe normale fare.
Infatti, il governo ha chiesto ed ottenuto dal Parlamento l’autorizzazione allo scostamento di bilancio per ben 25 miliardi di euro di nuovo debito (che dovrà, quindi, essere ripagato da noi italiani) e dopo aver ottenuto tale autorizzazione “in bianco” è andato a costruire la manovra finanziaria di risanamento e rilancio di cui il citato decreto agosto dovrebbe rappresentare la pietra angolare. È come se uno qualsiasi di noi si presentasse in banca a chiedere un finanziamento di importo rilevante riservandosi di dire alla banca solo successivamente all’erogazione del finanziamento cosa intende farne.
Definiamo a priori quali siano le iniziative da finanziare e con quali fondi a disposizione, ed il Parlamento approvi tali specifiche misure e la destinazione di tali fondi.
Probabilmente, in questa maniera eviteremo di trovarci con misure economiche di grande impatto mediatico, ma che valgono solo 40 centesimi a persona.
Trovate l’articolo completo in Primo Piano su Libero Economia del 11 agosto 2020, pag.3.
In alternativa il PDF della singola pagina è disponibile qui a seguito (Download)