Le imprese pagheranno l’Iva pure sulle fatture non riscosse

    Benedetta Lupo
    Libero

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    La crisi economica che continua ad avanzare corre il rischio di portare con sé un ulteriore beffa per i contribuenti: l’obbligo di versamento dell’Iva anche per tutti i crediti che non verranno incassati a causa del fallimento dei propri debitori. 

    E’ questo l’effetto che deriva da una norma presente da lunghissimo tempo nel nostro sistema fiscale ma che ora corre il rischio di sembrare ancora più ingiusta e vessatoria in considerazione del particolare contesto economico che stiamo vivendo.

    Tanto perché l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate dell’art. 26 della disciplina Iva (art. 26 del DPR 633 del 1972) prevede che il fornitore possa recuperare tale Iva versata, attraverso l’emissione di una nota di credito, solo successivamente alla chiusura della procedura fallimentare aperta davanti al competente Tribunale.

    In tal senso, quindi, merita sicuramente un plauso la proposta di legge presentata dai Giovani Imprenditori del Veneto per l’introduzione di una norma di interpretazione autentica del citato art. 26 in base al quale il fornitore sarebbe autorizzato al recupero dell’Iva sin dal momento dell’apertura della procedura fallimentare e non alla sua fine.

    Ne parla il nostro Managing Partner Stefano Loconte su Libero Economia di oggi 22 Settembre 2020, pag. 23

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