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    RECOVERY FUND: UNA SCADENZA EUROPEA SENZA PIANI CONCRETI

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    45 giorni per il futuro dell’Italia!

    Mancano circa 45 giorni alla scadenza per presentare all’Ue il piano di investimenti e riforme e accedere ai 209 miliardi di euro del Recovery Fund. 

    È una cifra enorme (127 miliardi di debito, 82 miliardi contributi a fondo perduto) da destinare a progetti su cui dovrà fondarsi la ripresa economica (e non solo) del nostro Paese. Un passaggio fondamentale per il nostro futuro.

    Ebbene, nonostante il breve lasso di tem- po, non è possibile avere ancora alcun tipo di notizia in merito ai progetti su cui il governo sta lavorando e nemmeno delle relative linee guida.

    Non è possibile immaginare la dispersione di tali poderosi fondi in una miriade di progetti e progettini. Occorre, invece, un limitato numero di progetti a cui destinare gl investimenti per rilanciare il nostro Paese.

    Molti economisti scommettono che già il prossimo anno l’Italia sarà costretta a ri- strutturare il proprio debito, ma se riusciremo a gestire efficacemente e con coraggio questa delicatissima partita, cacceremo tutti questi gufi. Ci affidiamo, quindi, ai nostri governanti, sperando nella loro illuminazione. E soprattutto augurandoci di non essere, ancora una volta, delusi.

    Trovate l’articolo completo a pagina 15 di Libero quotidiano di Martedì 1 Settembre, disponibile anche qui a seguito in formato PDF. (Download)

    LIBERO
    Che almeno non chiedano lo sconto sulle vacanze

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    Ci permettiamo, sommessamente, di suggerire al governo un cambio di approccio nella gestione della normativa per far fronte alla crisi economica conseguente alla pandemia.

    Qualsiasi imprenditore decida di avviare un piano di investimenti, normalmente, prima lo prepara e poi verifica con le fonti di finanziamento interne (capitali a disposizione) o esterne (sistema bancario), se quel piano sia finanziabile o meno. Stesso approccio viene tenuto da chiunque decida di fare un qualsiasi tipo di acquisto.

    Ebbene, le nostre Istituzioni sembrano muoversi in maniera completamente opposta rispetto a quello che per ognuno di noi sarebbe normale fare.

    Infatti, il governo ha chiesto ed ottenuto dal Parlamento l’autorizzazione allo scostamento di bilancio per ben 25 miliardi di euro di nuovo debito (che dovrà, quindi, essere ripagato da noi italiani) e dopo aver ottenuto tale autorizzazione “in bianco” è andato a costruire la manovra finanziaria di risanamento e rilancio di cui il citato decreto agosto dovrebbe rappresentare la pietra angolare. È come se uno qualsiasi di noi si presentasse in banca a chiedere un finanziamento di importo rilevante riservandosi di dire alla banca solo successivamente all’erogazione del finanziamento cosa intende farne.

    Definiamo a priori quali siano le iniziative da finanziare e con quali fondi a disposizione, ed il Parlamento approvi tali specifiche misure e la destinazione di tali fondi.

    Probabilmente, in questa maniera eviteremo di trovarci con misure economiche di grande impatto mediatico, ma che valgono solo 40 centesimi a persona.

    Trovate l’articolo completo in Primo Piano su Libero Economia del 11 agosto 2020, pag.3. 

    In alternativa il PDF della singola pagina è disponibile qui a seguito (Download)

    LIBERO
    Gli aiuti agli imprenditori sono durati un secondo

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    Il governo  aveva messo a disposizione di imprese e pubblici esercenti la somma di 50 milioni di euro a fronte dell’acquisto di mascherine e altri beni strettamente necessari per il mantenimento dei presidi di sicurezza nello svolgimento delle varie attività da parte dei singoli addetti. Acquisti, si badi bene, obbligatori, essendo peraltro previsto dalla normativa che la mancata attuazione delle misure di sicurezza comporti l’applicazione di sanzioni di vario tipo e natura, tra cui anche la chiusura dell’attività stessa.

    Il bando prevedeva, quindi, la possibilità di godere di un’erogazione finanziaria immediata di 500 euro per ogni addetto all’impresa, per un massimo di 150.000 euro, in luogo del meccanismo del credito d’imposta previsto dalla normativa.i 50 milioni di euro sono stati assegnati soltanto a 3.150 imprese, in poco più di un secondo: sono state ammesse esclusivamente le prenotazioni inviate nell’intervallo di tempo compreso tra 0,000237 e 1,046749 secondi.

    IL PROBLEMA? I fondi messi a disposizione sono stati sufficienti a coprire le esigenze di una percentuale bassissima di quanti avevano bisogno e diritto al supporto finanziario e, quindi, si sono rivelati completamente inadeguati alle reali esigenze del mondo imprenditoriale.

    Chi è riuscito  probabilmente ha usufruito del supporto di sistemi di intelligenza artificiale e di compilazione e trasmissione automatica dei dati (c.d. bot),anche se il bando prevedeva espressamente il divieto di utilizzare strumenti automatici.

    Una domanda, quindi, si pone spontanea: non era possibile semplificare? Non era fattibile creare meccanismi di erogazione dei contributi più lineari, congrui nelle loro dotazioni e non legati alla velocità di un dito (o di un programma) a pigiare un bottone?

    Il commento del nostro Managing Partner  per la Guida Fiscale di Libero Economia del 26 Maggio 2020 a  p.15.

    In alternativa è scaricabile il PDF della singola pagina a seguito (Download)