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Di Ava. Prof. Stefano Loconte
È stato enorme il clamore generato dalla questione del bonus dei 600 euro chiesto e ottenuto da alcuni parlamentari.
La politica farà il suo corso e vedremo se saranno adottati provvedimenti sanzionatori nei confronti di costoro (e di quale entità) ma il caso offre la possibilità di fare un’analisi tecnica delle modalità operative con cui sono stati erogati gli aiuti economici e finanziari collegati all’emergenza pandemica e di provare ad anticipare alcuni dei possibili scenari futuri derivanti da essi.
La scelta del nostro Governo, avallata dal Parlamento, è stata quella dei c.d. “aiuti a pioggia” cioè erogazioni a cui potevano accedere sostanzialmente tutti, indistintamente. Lo abbiamo visto con i citati 600 euro, ma anche con le erogazioni dei finanziamenti di 25.000 euro effettuate dal sistema bancario con la garanzia dello Stato.
Chiaramente, con un approccio di questo genere, il grande rischio è che a tali aiuti abbiano potuto accedere tutti, ma veramente tutti, indipendentemente da una situazione di effettivo bisogno. Ma il vero problema si realizzerà proprio dalla misura dei 25.000 euro.
Considerati i dati particolarmente negativi che stanno emergendo con riferimento ai principali indici macroeconomici e, in particolare, sulla variazione del PIL e del tasso di disoccupazione, quando gli effetti degli interventi governativi termineranno e dovranno riprendere i pagamenti, l’entità delle inadempienze sui prestiti potrebbe esplodere a livello esponenziale e, conseguentemente, impattare sui bilanci delle banche stesse che, a loro volta, soprattutto per quelle il cui livello di patrimonializzazione non appare particolarmente elevato, potrebbero entrare in difficoltà, dando avvio ad una spirale di crisi sistemica ancora più rilevante.
Trovate l’articolo completo su Libero Economia di Martedì 18 agosto 2020, pag.8
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