Finanze pubbliche

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    Oltre gli aiuti a pioggia il nulla. Sparite le misure per il rilancio.

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    Arrivati ad ottobre non è ancora dato sapere quali strade verranno intraprese per il rilancio del Paese e della sua economia.

    Si parla di una riforma fiscale ma ogni giorno si sente dire tutto e il contrario di tutto.

    Le misure a supporto dell’economia troppe volte si sono rivelate aiuti a pioggia, spalmati in piccola misura su un
    numero rilevante di soggetti, che non hanno avuto alcun tipo di effetto.

    In svariate parti del Paese i lavoratori non riescono ancora a percepire la cassa integrazione che avrebbero dovuto ricevere sin dallo scorso marzo.

    Se vediamo i fatti della situazione economica italiana e le azioni poste, fino a questo momento, alla base del suo rilancio, allora c’è da essere veramente preoccupati. Speriamo che le prossime settimane, con l’elaborazione dei progetti legati a fondi e finanziamenti europei (che, ricordiamo, in buona parte dovranno comunque essere restituiti), con l’inizio dei lavori della nuova legge di bilancio e l’avvio delle varie iniziative straordinarie auspicate qualcosa possa veramente cambiare.

    Poche misure, semplici da usare, dotate dei fondi necessari ed adeguati a poterle effettivamente implementare, dedicate ai settori strategici del paese e immediatamente percepibili dal sistema economico. Incrociamo le dita e speriamo di assistere a tutto questo.

    Trovate l’articolo completo su Libero Economia di Martedì 29 Settembre 2020, pag. 15.

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    La pioggia di prestiti (non dello Stato) metterà a rischio il sistema bancario

    Di Ava. Prof. Stefano Loconte

    È stato enorme il clamore generato dalla questione del bonus dei 600 euro chiesto e ottenuto da alcuni parlamentari. 

    La politica farà il suo corso e vedremo se saranno adottati provvedimenti sanzionatori nei confronti di costoro (e di quale entità) ma il caso offre la possibilità di fare un’analisi tecnica delle modalità operative con cui sono stati erogati gli aiuti economici e finanziari collegati all’emergenza pandemica e di provare ad anticipare alcuni dei possibili scenari futuri derivanti da essi.

    La scelta del nostro Governo, avallata dal Parlamento, è stata quella dei c.d. “aiuti a pioggia” cioè erogazioni a cui potevano accedere sostanzialmente tutti, indistintamente. Lo abbiamo visto con i citati 600 euro, ma anche con le erogazioni dei finanziamenti di 25.000 euro effettuate dal sistema bancario con la garanzia dello Stato.

    Chiaramente, con un approccio di questo genere, il grande rischio è che a tali aiuti abbiano potuto accedere tutti, ma veramente tutti, indipendentemente da una situazione di effettivo bisogno. Ma il vero problema si realizzerà proprio dalla misura dei 25.000 euro.

    Considerati i dati particolarmente negativi che stanno emergendo con riferimento ai principali indici macroeconomici e, in particolare, sulla variazione del PIL e del tasso di disoccupazione, quando gli effetti degli interventi governativi termineranno e dovranno riprendere i pagamenti, l’entità delle inadempienze sui prestiti potrebbe esplodere a livello esponenziale e, conseguentemente, impattare sui bilanci delle banche stesse che, a loro volta, soprattutto per quelle il cui livello di patrimonializzazione non appare particolarmente elevato, potrebbero entrare in difficoltà, dando avvio ad una spirale di crisi sistemica ancora più rilevante.

    Trovate l’articolo completo su Libero Economia di Martedì 18 agosto 2020, pag.8

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    Libero
    Il governo deve disinnescare la nuova bomba tributaria

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    Risolto il tanto atteso tema del Recovery Fund e nelle more di qualsiasi decisione in merito al ricorso ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità, il Mes, occorre ora pensare all’immediato futuro. I fondi del Recovery fund sappiamo che non saranno affatto immediatamente disponibili ma, all’opposto, occorrerà attendere ancora diverso tempo prima di poterne effettivamente usufruire.⠀

    Ma l’economia italiana ed i suoi cittadini i problemi li hanno adesso e non è più possibile aspettare.⠀

    Fondamentale, quindi, è dare una svolta concreta nelle misure di supporto alla tenuta ed alla ripresa economica, soprattutto sotto il profilo della liquidità. Il Paese ha bisogno di soldi subito. E finalmente, in base alle prime dichiarazioni dei ministri competenti, sembra si stia davvero prendendo in considerazione la possibilità di rinviare negli anni il debito fiscale conseguente ai mesi di blocco delle attività. Un provvedimento di tale natura è di fondamentale importanza perché consentirebbe ai contribuenti di poter destinare le (poche) risorse finanziarie disponibili alla contribuzione  della ripresa delle attività, senza l’affanno degli obblighi di natura tributaria.⠀

    Contemporaneamente occorrerà implementare ulteriormente il meccanismo della cassa integrazione in deroga, per consentire ai datori di lavoro di poter meglio definire la propria organizzazione lavorativa in funzione della ripresa economica e, infine, cercare di sbloccare la ancora troppo farraginosa macchina dell’erogazione del credito bancario garantito dallo Stato. Provvedimenti illuminati, come il bonus del 110% per il settore edilizio dovranno essere resi fruibili agevolmente, senza inutili intoppi burocratici.⠀

    Questo serve nel provvedimento di agosto: un insieme di norme(poche) che in maniera semplice rendano immediatamente operative e accessibili misure agevolative altrettanto semplici e facilmente applicabili, senza possibilità di errore.⠀⠀

    Trovate l’articolo completo oggi su  Libero Economia, pag. 15 di Lunedì 27 Luglio 2020.

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