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Di Avv. Prof. Stefano Loconte
Mentre inizia la fase 2 dedicata alla ripartenza, continuano a latitare gli interventi a supporto della ripresa economica. Anzi, anche “naturali” meccanismi che potrebbero allentare la pressione economica sulle imprese, come le compensazioni dei crediti tributari, vengono rinviati con il rinvio dei termini per la dichiarazione dei redditi. Ne parla il nostro Fondatore e Managing Partner Stefano Loconte sulla Guida Fiscale di Libero Economia di oggi 5 Maggio 2020.
“ Alcuni piccoli interventi, anche semplici, potrebbero contribuire ad aiutare l’allentamento della presa della crisi economica. Come lo sblocco della possibilità di compensare i crediti tributari derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Tuttavia, quello che sembrerebbe normale non lo è affatto, visto che con una norma entrata in vigore proprio il 1 gennaio scorso, è stato previsto che, nel caso in cui il credito d’imposta ammonti a più di 5.000 euro, non sia possibile portarlo in compensazione se prima non si è presentata la dichiarazione dei redditi. Ebbene, il termine normale per la presentazione della dichiarazione dei redditi sarebbe stato maggio ma, come noto, tutti i termini sono stati fatti slittare. In sostanza oltre al danno segue la beffa, visto che da un lato gran parte degli obblighi di versamenti tributari non sono nemmeno stati rinviati ma, dall’altro, la possibilità di godere dei propri crediti fiscali è stata anch’essa rinviata vista l’impossibilità di presentare la dichiarazione dei redditi. Speriamo che un Legislatore sbadato ponga subito fine a questo cortocircuito surreale”
Trovate l’articolo completo a pagina 15 di Libero Economia del 5 maggio 2020. In alternativa il PDF della singola pagina è scaricabile a seguito.
Di Avv. Prof. Stefano Loconte
L’intervento del nostro Fondatore e Managing Partner Stefano Loconte per la rubrica settimanale “Guida Fiscale” di Libero Quotidian, parla questa volta dei diversi tempi di reazione e intervento, reale, dei diversi governi a sostegno delle imprese e dell’economia nazionale nell’emergenza Covid-19.
“Sette minuti, 3 ore, 31 dicembre 2020. In questi termini è possibile racchiudere lo scenario che attende il futuro della nostra economia. Sette minuti è il tempo che si impiega negli Stati Uniti per compilare il questionario che consente di accedere al Paycheck protection program in base al quale il finanziamento ricevuto da un’impresa diventa addirittura un versamento a fondo perduto nel caso in cui vengano mantenuti i livelli occupazionali pre-crisi sanitaria; 3 ore sono il tempo che occorre attendere in Svizzera per vedersi accreditare sul proprio conto corrente la somma di euro 500.000 erogata dalla banca a fronte della garanzia concessa dallo Stato, sempre previa compilazione di un modulo attraverso i canali telematici; 31 dicembre 2020 è la data entro cui, secondo il Ministro Gualtieri, verranno erogati i 400 miliardi di finanziamenti alle imprese. In tutto questo, l’Inps non riesce ancora a dare i 600 euro promessi, buona parte dei lavoratori autonomia non hanno diritto nemmeno a quelli, il sistema bancario non ha iniziato a erogare i finanziamenti da 25.000 euro che, in base alle disposizioni legislative, dovrebbero essere previsti in assenza di qualsiasi valutazione di merito creditizio.
Parafrasando una nota serie tv potremmo dire che siamo all’interno della “Casa di carta”: peccato non sia una fiction. Viene allora da chiedersi come potremo fare a resistere e, soprattutto, a rimettere in moto la macchina, visto che la pandemia sanitaria è destinata a divenire economica”
Trovate l’intervento completo su Libero Quotidiano di oggi, 14 Aprile 2020, a pagina 15. A seguito potete scaricare la versione PDF della singola pagina.