No alla responsabilità penale del professionista basata su mere presunzioni: è quanto emerge dalla sentenza della Cassazione n. 35133 del 21 agosto scorso, che i nostri professionisti Prof. Avv. Stefano Loconte e Avv. Giulia Maria Mentasti hanno commentato per ItaliaOggi7 e con cui la terza sezione penale, in un caso di indebita compensazione dell’Iva, ha affermato che il commercialista che abbia inviato i modelli F24 risponde del reato in concorso con il contribuente solo se si prova la sua consapevolezza della inesistenza dei crediti. Dunque, la sentenza riaccende i riflettori su uno dei temi più controversi dell’ambito penal-tributario, ovvero l’individuazione dei presupposti in presenza dei quali i consulenti fiscali possono essere chiamati a rispondere, sul piano penale, unitamente ai loro clienti, degli illeciti da questi commessi.
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