Coronavirus

    Italia Oggi
    Coronavirus, 22 sanzioni: La multa base è 280 euro. Ma c’è il cumulo

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte e Avv. Giulia Maria Mentasti

    Coronavirus, 22 sanzioni diverse per chi viola le misure anti-contagio previste dal nuovo D.P.C.M.: è quanto emerge dal Prontuario messo a punto dalla Guardia Di Finanza, che i nostri professionisti Stefano Loconte e Giulia Maria Mentasti hanno illustrato per Italia Oggi.

    Confermato il rilievo penale dell’inottemperanza all’obbligo di permanenza domiciliare per soggetti con infezione respiratoria associata a temperatura corporea superiore a 37.5°, anche per le violazioni amministrative il quadro è rigoroso: tenuto conto che per ogni violazione la multa base ammonta a 280 euro (560 in caso di recidiva), e il cumularsi delle stesse non è certo ipotesi remota, il rispetto delle regole fa leva, oltre che sul senso civico, sul portafoglio (già sottile) degli italiani.

    Trovate l’articolo completo su Italia Oggi di Giovedì 22 Ottobre, pag. 30.

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    NELLE NORME PER L’EMERGENZA C’È ANCORA TROPPA INCERTEZZA

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    Settembre si presenta come un mese particolarmente complesso, anche in considerazione del fatto che occorrerà iniziare a liquidare le varie imposte e tasse che erano rimaste sospese in virtù delle prime norme emergenziali introdotte a supporto dell’economia.

    Delle norme che, come più volte evidenziato, avevano (e continuano ad avere) il grosso limite di rappresentare una visione di troppo breve periodo a fronte di una crisi sistemica che, invece, ha delle prospettive, purtroppo, di ben più ampia portata.

    Occorre eliminare immediatamente qualsiasi tipo di incertezza interpretativa in merito alle varie norme in campo e mettere gli operatori in condizione di poter agire in un regime di serenità, almeno amministrativa, avendo ben chiaro quello che si può fare e quello che non si può fare. E con quali procedure.

    Trovate l’articolo completo su Libero Economia del 25 Luglio, pag.15.

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    LIBERO
    Gli aiuti agli imprenditori sono durati un secondo

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    Il governo  aveva messo a disposizione di imprese e pubblici esercenti la somma di 50 milioni di euro a fronte dell’acquisto di mascherine e altri beni strettamente necessari per il mantenimento dei presidi di sicurezza nello svolgimento delle varie attività da parte dei singoli addetti. Acquisti, si badi bene, obbligatori, essendo peraltro previsto dalla normativa che la mancata attuazione delle misure di sicurezza comporti l’applicazione di sanzioni di vario tipo e natura, tra cui anche la chiusura dell’attività stessa.

    Il bando prevedeva, quindi, la possibilità di godere di un’erogazione finanziaria immediata di 500 euro per ogni addetto all’impresa, per un massimo di 150.000 euro, in luogo del meccanismo del credito d’imposta previsto dalla normativa.i 50 milioni di euro sono stati assegnati soltanto a 3.150 imprese, in poco più di un secondo: sono state ammesse esclusivamente le prenotazioni inviate nell’intervallo di tempo compreso tra 0,000237 e 1,046749 secondi.

    IL PROBLEMA? I fondi messi a disposizione sono stati sufficienti a coprire le esigenze di una percentuale bassissima di quanti avevano bisogno e diritto al supporto finanziario e, quindi, si sono rivelati completamente inadeguati alle reali esigenze del mondo imprenditoriale.

    Chi è riuscito  probabilmente ha usufruito del supporto di sistemi di intelligenza artificiale e di compilazione e trasmissione automatica dei dati (c.d. bot),anche se il bando prevedeva espressamente il divieto di utilizzare strumenti automatici.

    Una domanda, quindi, si pone spontanea: non era possibile semplificare? Non era fattibile creare meccanismi di erogazione dei contributi più lineari, congrui nelle loro dotazioni e non legati alla velocità di un dito (o di un programma) a pigiare un bottone?

    Il commento del nostro Managing Partner  per la Guida Fiscale di Libero Economia del 26 Maggio 2020 a  p.15.

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    Italia Oggi
    Contagi, la riapertura è ad alto rischio per il datore di lavoro.

    Se un lavoratore si ammala si può essere chiamati a rispondere anche per omicidio

    Di Avv. Prof Stefano Loconte e Avv. Giulia Maria Mentasti

    Riaperture aziendali ad alto rischio: datori di lavoro in allarme perché temono pesanti sanzioni penali nel caso in cui un loro dipendente si ammali di Covid-19. 

    I nostri professionisti Stefano Loconte e Giulia Maria Mentasti illustrano per ItaliaOggi 7 le preoccupazioni anche dei  datori «virtuosi» che abbiano puntualmente posto in essere tutte le misure dettate dai protocolli di sicurezza, poiché, in caso di lavoratore contagiato, rischiano di trovarsi automaticamente intrappolati nelle insidiose morse di un procedimento penale.

    E se è indubbio che vi sarà un’archiviazione laddove venga esclusa la responsabilità del datore, altrettanto sicuro è che quest’ultimo dovrà comunque passare per la spesso non celere fase delle indagini e magari anche per un provvedimento di sequestro.

    Trovate l’articolo completo su Italia Oggi 7 di lunedì 18 Maggio pag.10

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    Italia Oggi
    Epidemia, non è sempre reato. Le condotte omissive riducono le ipotesi delittuose

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte e Avv. Giulia Maria Mentasti

    Arduo il lavoro delle Procure che stanno indagando per il reato epidemia colposa, in riferimento alla gestione dell’emergenza in ospedali e case di riposo, nonché alla mancata adozione dei presidi e delle misure necessarie per impedire la diffusione del contagio da covid-19.

    I nostri professionisti Stefano Loconte e Giulia Maria Mentasti illustrano per ItaliaOggi7 l’orientamento della giurisprudenza di legittimità per cui, con la locuzione “mediante la diffusione di germi patogeni”, l’art. 438 c.p. richiederebbe una condotta commissiva ed escluderebbe l’applicabilità del reato a titolo di omissione, ovvero per non aver contenuto il contagio. Il non essersi attivati tempestivamente e adeguatamente potrebbe al configurare altri reati, quali lesioni e omicidio colposo, ma ecco che si pone il problema ulteriore di accertare il nesso causale, ovvero di dimostrare quando il malato ha contratto il virus e da chi, onere probatorio “quasi diabolico”.

    Trovate l’articolo completo su Italia Oggi 7 di Lunedì 20 Aprile. In alternativa è disponibile il PDF della singola pagina a seguito.

    LIBERO
    Inutile stanziare miliardi se è impossibile incassarli

    Di Avv. Prof. Stefano Loconte

    L’intervento del nostro Fondatore e Managing Partner Stefano Loconte per la rubrica settimanale “Guida Fiscale” di Libero Quotidian, parla questa volta dei diversi tempi di reazione e intervento, reale, dei diversi governi a sostegno delle imprese e dell’economia nazionale nell’emergenza Covid-19. 

    “Sette minuti, 3 ore, 31 dicembre 2020. In questi termini è possibile racchiudere lo scenario che attende il futuro della nostra economia. Sette minuti è il tempo che si impiega negli Stati Uniti per compilare il questionario che consente di accedere al Paycheck protection program in base al quale il finanziamento ricevuto da un’impresa diventa addirittura un versamento a fondo perduto nel caso in cui vengano mantenuti i livelli occupazionali pre-crisi sanitaria; 3 ore sono il tempo che occorre attendere in Svizzera per vedersi accreditare sul proprio conto corrente la somma di euro 500.000 erogata dalla banca a fronte della garanzia concessa dallo Stato, sempre previa compilazione di un modulo attraverso i canali telematici; 31 dicembre 2020 è la data entro cui, secondo il Ministro Gualtieri, verranno erogati i 400 miliardi di finanziamenti alle imprese. In tutto questo, l’Inps non riesce ancora a dare i 600 euro promessi, buona parte dei lavoratori autonomia non hanno diritto nemmeno a quelli, il sistema bancario non ha iniziato a erogare i finanziamenti da 25.000 euro che, in base alle disposizioni legislative, dovrebbero essere previsti in assenza di qualsiasi valutazione di merito creditizio.

    Parafrasando una nota serie tv potremmo dire che siamo all’interno della “Casa di carta”: peccato non sia una fiction. Viene allora da chiedersi come potremo fare a resistere e, soprattutto, a rimettere in moto la macchina, visto che la pandemia sanitaria è destinata a divenire economica”

    Trovate l’intervento completo su Libero Quotidiano di oggi, 14 Aprile 2020, a pagina 15. A seguito potete scaricare la versione PDF della singola pagina.