Decreto rilancio
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See allDi Avv. Prof. Stefano Loconte
Il tema è quello del bonus biciclette e, cioè, l’incentivo introdotto dal governo nel decreto Rilancio per promuovere l’acquisto di biciclette, monopattini e altri strumenti di mobilità alternativa. Gli stanziamenti a fronte di questo bonus sono pari a 120 milioni di euro.
ll bonus consente l’acquisto di tali mezzi godendo di uno sconto sul prezzo d’acquisto del 60%fino a un massimo di 500 euro.
Tuttavia, prima si effettua l’acquisto e poi si può procedere alla richiesta di assegnazione dell’agevolazione attraverso una procedura su un portale appositamente creato dal Governo. L’attribuzione del beneficio, verificata la regolarità di tutti i presupposti, dovrebbe avvenire medianteun bonifico sul proprio conto corrente.
I numeri: L’Ancma, l’associazione dei produttori delle biciclette ha stimato che nel corso del mese di maggio siano state vendute tra le 500 e 600 mila biciclette, per un fatturato di circa 300 milioni di euro. Ipotizzando che due terzi di questi acquisti possano beneficiare del bonus biciclette, si arriva a 200 milioni euro. Il 60% di questa somma (corrispondente all’importo finanziabile) è quindi di 120 milioni euro. Pari alla cifra stanziata dal governo. In pratica, in un mese le somme rese disponibili sono già esaurite.
Il fatto, quindi, è il seguente gli italiani continuano a comprare le biciclette e gli altri mezzi agevolabili ma i fondi sono già abbondantemente terminati, per cui in molti corrono già il rischio di rimanere con il cerino in mano e non ottenere alcun incentivo…la conclusione è che, ad oggi, i cittadini si trovano nella situazione di aver rincorso una chimera che non esiste perché, e questi sono i fatti, i soldi per l’incentivo biciclette non ci sono.
Trovate l’articolo del nostro Managing Partner Stefano Loconte su Libero Economia del 23 Giugno 2020 a pag.15.
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Di Avv. Prof. Stefano Loconte
All’articolo 216 del Decreto Rilancio con riferimento al settore degli impianti sport pubblici, il governo ha introdotto dei meccanismi di rinegoziazione obbligatoria dei contratti di locazione andando così a sopperire alla mancanza, nei relativi contratti, di clausole di hardship, cioè clausole che consentono la possibilità di rimodulare le condizioni economiche degli accordi contrattuali in seguito al realizzarsi di eventi particolari e straordinari (come l’emergenza sanitaria). La norma prevede di rideterminare le condizioni di equilibrio economico-finanziarie originariamente pattuite, anche attraverso la proroga della durata del rapporto, in modo da favorire il graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati o programmati.
Non si comprende la ragione per cui si sia deciso di limitare l’applicazione della norma ai soli impianti sportivi visto che molteplici attività, al pari degli impianti sportivi, sono state costrette a chiudere durante il periodo pandemico. L’estensione della norma anche ad altri ambiti avrebbe l’effetto di deflazionare le probabili numerose controversie, assicurando la possibilità di proseguire la loro attività con una significativa riduzione dei costi fissi (il costo dell’affitto) almeno fino a tutto il 2022/23.
Dal lato dei proprietari degli immobili la norma avrebbe certamente l’effetto di ridurre, nel breve-medio termine, i ricavi, ma consentirebbe agli stessi di poter fare affidamento,sul lungo termine, alla prosecuzione del rapporto.
Tale sacrificio risulterebbe compensato dai significativi incentivi fiscali introdotti per interventi di ristrutturazione. Il governo potrebbe poi valutare di compensare ulteriormente il sacrificio con la possibilità di usufruire dei citati benefici fiscali per un lasso di tempo più lungo (per esempio sino a tutto il 2022/23).
Ne parla il nostro Founder e Managing Partner Stefano Loconte su Libero Economia del 16 Giugno 2020, pag. 14.
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Di Avv. Prof. Stefano Loconte
Ripartire dal patrimonio immobiliare degli italiani: sembra essere questa una delle strade che vuole imboccare il Governo e la maggioranza che lo sostiene.
E in questo caso non possiamo che essere concordi, considerando che il sistema economico italiano è sempre stato agganciato, nella buona e nella cattiva sorte, al comparto dell’edilizia, e che per gli italiani, il mattone ha sempre rappresentato un porto sicuro cui destinare i loro investimenti.
Il decreto “Rilancio” grazie al super Ecobonus consente infatti di poter usufruire di uncredito d’imposta del 110% delle somme spese in ristrutturazioni di immobili fino al dicembre 2021.
La famiglia che vorrà ristrutturare la propria abitazione avrà la possibilità di detrarre dalle proprie tasse nei 5 anni successivi, una cifra maggiore del 10% dei costi sostenuti per realizzare i lavori. Nel caso in cui il proprietario dei beni non sia in possesso della liquidità necessaria per affrontare tali lavori è stato altresì previsto un meccanismo che consente ugualmente di poter finanziare in maniera indiretta e, quindi, realizzarli ugualmente: le famiglie potranno cedere la detrazione ottenuta, che diventerà credito di imposta, all’impresa che ha svolto i lavori.
Tutti i lavori previsti nel precedente Ecobonus e Sismabonus saranno contemplati nel Super Ecobonus, con l’aggiunta del fotovoltaico, degli accumulatori e delle colonnine di ricarica per le auto elettriche.
Ne parla il nostro fondatore e Managing Partner Stefano Loconte su Libero Economia di oggi, 9 Giugno 2020 a pagina 14.
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