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Approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 4 novembre scorso il decreto legislativo che riforma il reato di riciclaggio: scattano le manette anche quando il provento derivi da delitto colposo, e in molti casi anche se provenga da contravvenzioni.
Precisamente, come illustrato dai nostri professionisti Prof. Avv. Stefano Loconte e Avv. Giulia Maria Mentasti per ItaliaOggi, l’intervento normativo attua la direttiva (UE) 2018/1673 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2018 sulla lotta al riciclaggio mediante il diritto penale, estendendo l’ambito di operatività del riciclaggio e dell’autoriciclaggio, da un lato, a tutti i delitti, siano essi dolosi o colposi e a prescindere dalla cornice edittale per essi prevista, dall’altro, alle contravvenzioni punite con l’arresto superiore nel massimo a un anno o nel minimo a sei mesi.
Cessa la carica ma non la responsabilità: è quanto emerge dalla sentenza n. 32237/2021, che i nostri professionisti, il Prof. Avv. Stefano Loconte e l’Avv. Giulia Maria Mentasti, hanno commentato per ItaliaOggi7 e con cui la terza sezione penale della Cassazione ha confermato la configurabilità del concorso nel reato di frode fiscale dell’ex amministratore della società che, pur essendo cessato dalle cariche e non avendo sottoscritto la dichiarazione, abbia partecipato a creare il meccanismo fraudolento. Nonostante i tentativi dello stesso di sostenere la propria estraneità ai fatti, documentando di non essere più il legale rappresentante della società e, soprattutto, di non essere il firmatario della dichiarazione al momento della presentazione, è stato comunque ritenuto responsabile, quale concorrente, nel reato di dichiarazione fraudolenta commesso dal nuovo legale rappresentante.
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Tutti i componenti del cda della srl chiamati a rispondere dei reati di omesso versamento di ritenute certificate e Iva da parte della società: è quanto risulta dalla sentenza n. 34475 del dicembre scorso, che i nostri professionisti, il Prof. Stefano Loconte e l’Avv. Giulia Maria Mentasti, hanno commentato per ItaliaOggi e con cui la terza sezione penale della Cassazione, dopo aver premesso che il dovere di provvedere ai suddetti obblighi fiscali fa capo all’amministratore in carica dell’ente al momento della scadenza del termine di adempimento, ha chiarito che qualora figurino più amministratori sono tutti penalmente responsabili. E ciò indipendentemente dal riparto interno delle competenze, considerato che l’adempimento delle incombenze fiscali è un atto di ordinaria amministrazione, espletabile da ciascun componente del cda autonomamente e indipendentemente dagli altri. Peraltro, i beni personali degli amministratori, seppur nei limiti del valore del profitto del reato, possono essere legittimamente oggetto di confisca per equivalente, ogniqualvolta non vengano indicati beni nella disponibilità dell’ente da aggredire con la confisca diretta e il patrimonio della società sia incapiente.
La riqualificazione energetica, cui sono finalizzate le previsioni dettate dal decreto Rilancio, non lascia indietro gli immobili sottoposti a vincolo. I nostri professionisti, il Prof. Stefano Loconte e l’Avv. Chiara De Leito, commentano per ItaliaOggi7 la risposta ad interpello n. 595/2020 resa dall’Agenzia delle Entrate.
a cura di Avv. Prof. Stefano Loconte e Giulia Maria Mentasti
Nella (rin)corsa al bonus 110% attenti a non inciampare tra i vari ostacoli di documenti e certificazioni, in un reato. I nostri professionisti illustrano i rischi penali in cui si incorre in caso di falsità: vista l’importanza che assumono nel procedimento, è necessario interrogarsi sia sulla natura delle varie attestazioni previste dal legislatore sia sulle gravi conseguenze, fino alla commissione di un delitto, qualora queste abbiano carattere mendace.
a cura di Loconte&Partners
Superbonus 110% nei condomini: quali regole per le delibere assembleari di approvazione dei lavori? Ne parlano i nostri professionisti per ItaliaOggi.
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