Stefano Loconte
Oltre agli interventi finalizzati a migliorare la qualità della risposta giudiziaria e a ridurre i tempi del processo, la Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria ha approntato una serie di strumenti tesi a realizzare una migliore difesa processuale degli interessi coinvolti. In questa prospettiva si colloca anche la previsione di approntare un rimedio giudiziale nei confronti degli atti illegittimi, ricomprendendo in questa espressione ogni provvedimento adottato sulla base di prove assunte in violazione dei diritti fondamentali del contribuente.
Ne parla il Prof. Stefano Loconte per Il Quotidiano IPSOA
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Si amplia l’utilizzo di strumenti e processi digitali nel diritto societario. Il decreto legislativo di recepimento della direttiva UE n. 2019/1151, approvato dal Consiglio dei Ministri del 5 agosto 2021, innova ulteriormente la disciplina della S.r.l. e ammette la possibilità di un atto notarile informatico “a distanza”, in cui le parti intervengono (soltanto) in videoconferenza, con accertamento dell’identità sulla base di strumenti digitali e sottoscrizione apposta mediante firma digitale. Con una serie di limitazioni, però: la nuova disciplina è applicabile alle sole costituzioni di S.r.l. e di S.r.l. semplificate, il capitale sociale deve essere versato mediante conferimenti in denaro e, infine, la costituenda società deve avere sede in Italia.
Ne parlano il Prof. Stefano Loconte e l’Avv. Riccardo Sansoni per Il Quotidiano IPSOA.
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Migliorare la qualità della risposta giudiziaria e ridurre i tempi del processo: sono gli
obiettivi delle proposte per la riforma della giustizia tributaria raccolte nella relazione
finale della Commissione interministeriale del 30 giugno 2021.
Ne parla il Prof. Stefano Loconte per Il Quotidiano IPSOA: legga qui l’intero articolo
Processi penal-tributari a rischio dissolvimento: come approfondito dal Prof. Stefano Loconte e l’Avv. Giulia Maria Mentasti per ItaliaOggi 7, la riforma c.d. Cartabia della giustizia penale, di cui al disegno di legge A.C. 2435, che ha ricevuto l’approvazione definitiva della camera, e attende ora l’esame del senato, sta suscitando non poche perplessità. Alcune modifiche introdotte al codice di procedura penale potrebbero infatti avere l’effetto distorsivo di contrarre il ricorso al patteggiamento e l’aumento esponenziale degli atti di appello, fino al rischio di veder finire nel nulla procedimenti per reati anche gravi, quali i reati tributari, in seguito alla dichiarazione di improcedibilità dell’azione penale per eccessiva durata del giudizio di impugnazione.
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Riciclaggio e autoriciclaggio a maglie larghissime, scattando il reato anche se il provento derivi da delitto colposo, e in molti casi anche se origini da contravvenzione.
A stabilirlo il decreto legislativo esaminato in questi giorni dal preconsiglio dei ministri, che i nostri professionisti, il Prof. Stefano Loconte e l’Avv. Giulia Maria Mentasti hanno illustrato per ItaliaOggi7.
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Il disegno di legge per la riforma della giustizia penale, approvato alla Camera, prevede
una serie di deleghe al Governo e alcune novelle al codice penale e al codice di procedura
penale, immediatamente precettive. E se la riforma Cartabia mira a estendere l’applicabilità
dei riti alternativi, al fine di definire i procedimenti prima ancora di addivenire al
dibattimento di primo grado, al contempo ulteriori modifiche introdotte al codice di
procedura penale potrebbero avere l’opposto effetto distorsivo di contrarre il ricorso al
patteggiamento e l’aumento esponenziale degli atti di impugnazione, fino al rischio di
veder finire nel nulla procedimenti per reati anche gravi, quali i reati tributari, in seguito
alla dichiarazione di improcedibilità per eccessiva durata del giudizio di impugnazione.
Ne parla il Prof. Stefano Loconte per Il Quotidiano IPSOA
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